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Parti identificando il bisogno vicino alle tue necessità aziendali. Il percorso, attraverso quattro passaggi, ti porterà a suddividere l’esigenza primaria in bisogni specifici per i quali, al click successivo, potrai esplorare le possibili applicazioni tecnologiche e organizzative in logica 4.0 utili alla risoluzione del tuo bisogno, raccontate attraverso casi studio, approfondimenti tematici e testimonianze sulle specifiche tecnologie impiegate.

Lo sviluppo dei sistemi informatici (e delle annesse vulnerabilità), gli eventi economici imprevedibili che si sono succeduti dai primi anni del 2000 con maggiore frequenza, nonché la recente crisi legata all'epidemia da COVID-19, hanno fatto della continuità operativa una strategia di business indispensabile per poter operare in un mondo sempre più complesso e in continua evoluzione.

Per continuità operativa s'intende l’insieme delle procedure, dei processi aziendali e delle risorse di un’organizzazione in grado di fornire prodotti e servizi entro livelli predefiniti accettabili a seguito di un imprevisto (attacchi informatici, interruzione nella catena di fornitura, emergenza sanitaria, ecc.).

Garantire la continuità operativa implica quindi progettare e rendere operativa un’azienda flessibile e agile, capace di fronteggiare situazioni, se guardiamo il cliente, imprevedibili e allo stesso tempo, osservando il mercato, modificare il modo di fronteggiare quest'ultimo facendo in modo che anche le persone siano pronte ad attivarsi in una nuova organizzazione.

La complessità del mondo odierno, infatti, porta in evidenza due aspetti imprescindibili:

  • il primo riguarda l’imprevedibilità del futuro, che obbliga ogni impresa ad essere veloce nell’adattarsi ai possibili cambiamenti che possono emergere sul mercato, nei clienti, nelle scelte istituzionali;
  • il secondo, è la capacità di dotarsi di strutture organizzative e meccanismi organizzativi che, pure nella continuità aziendale, siano in grado di rispondere velocemente e con efficacia alle sollecitazioni esterne.

In un mercato caratterizzato da una fortissima competitività tra le aziende, ridurre il time to market rappresenta una delle principali condizioni di successo di un'impresa.

La digitalizzazione è sicuramente un'importante driver in tal senso: 

  • è possibile ridurre drasticamente il time to market, ad esempio, attraverso una catena di montaggio integrata e connessa nelle sue componenti, a partire dallo sviluppo e progettazione del prodotto fino alla produzione e poi alla manutenzione;
  • anche la stampa 3D, che ha assunto il ruolo di tecnologia di prototipazione rapida, ossia tecnologia a supporto della progettazione per realizzare rapidamente e a basso costo i prototipi dei nuovi prodotti ideati, risulta essere tra le soluzioni che possono apportare evidenti benefici in termini di riduzione del time to market.

Diverse tecnologie digitali stanno modificando – un passo alla volta – i processi e i sistemi industriali come li conosciamo, dalla stampa 3D alla robotica collaborativa, dalla simulazione alla data analytics. Nonostante le combinazioni tecnologiche siano molteplici, gli ambiti di beneficio sono coerenti e focalizzati sul comune ottenimento di efficienza e produttività.

I processi dell’Industria 4.0 dovranno essere snelli, ad alto valore aggiunto, senza sprechi.

Le tecniche di miglioramento continuo – oggigiorno note ai più come tecniche lean – hanno già avuto modo di mostrare la propria efficienza organizzativa e operativa. Le moderne tecnologie digitali non mettono in discussione la visione efficientistica evolutasi nell’ultimo mezzo secolo, ma anzi, ne sono ulteriore supporto.

Le tecnologie dell’era 4.0 danno oggi nuovi spunti e mezzi per ridurre inefficienze procedurali. Non forniscono scorciatoie all’incapacità gestionale e operativa, ma offrono potenti strumenti migliorativi.

Qualsiasi progetto di Industria 4.0 dovrebbe prima passare da una seria revisione dei processi e delle pratiche in essere, per non incappare nel potenziale errore della “digitalizzazione degli sprechi”. Le tecnologie digitali 4.0 – se ben governate – lo consentono, peraltro in diversi ambiti operativi (dalla produzione, alla logistica, dalla manutenzione, alla qualità).

Che l’impatto della Manifattura 4.0 sulla produttività del lavoro sarà positivo è opinione diffusa, senza eccezioni.

Questo impatto si realizzerebbe in primo luogo attraverso la complementarietà tra lavoratore e nuove tecnologie. L’esempio della figura del manutentore è chiaro: sarà dotato di un palmare che lo guiderà più velocemente nel traffico, in modo da fornire più tempestivamente il servizio; lo supporterà in un programma di monitoraggio in grado di prevenire i guasti; aiuterà la diagnostica dei problemi sviluppando anche modalità di intervento da remoto.

In secondo luogo, i nuovi assetti organizzativi incentrati su maggior autonomia decisionale e responsabilità possono ottimizzare i processi produttivi, riducendo sprechi e utilizzando al meglio tutte le competenze dei lavoratori, non unicamente quelle tecniche.

Le tecnologie e modalità operative che la quarta rivoluzione industriale introduce non potrebbero essere elementi distintivi se non fossero “appoggiate” su un solido sistema di governo e monitoraggio della Qualità in azienda.

Aumentare la qualità del processo, migliorare i parametri qualitativi del prodotto e migliorare la gestione dei progetti sono diventati fattori competitivi e strategici su cui ogni imprenditore deve necessariamente fare leva per mantenere la propria competitività sul mercato. 

Avere un sistema di gestione della Qualità che permetta di sfruttare i vantaggi introdotti dalle nuove tecnologie e capitalizzarne le potenzialità, rappresenta uno strumento di supporto necessario per costruire un modello organizzativo in linea con l’evoluzione introdotta dall’Impresa 4.0.

Quando scelgono il Modello 4.0, le imprese puntano a migliori risultati in termini di efficienza nella produzione, velocità nel time-to-market, snellezza delle supply chain e competitività di prodotto, anche attraverso una rosa sempre più ricca di servizi.

I prodotti smart, beni connessi – attraverso diverse soluzioni tecniche – alla rete, stanno modificando le dinamiche di mercato, rendendo disponibili una serie di servizi a valore aggiunto all'interno del prodotto (locazione, posizione, consumo, utilizzo, pay-per use, ecc.), e contemporaneamente orientando le aziende verso nuovi modelli di business (servitization).

Inoltre, i beni 4.0 sono in grado di raccogliere numerose informazioni che, grazie alle tecnologie per la gestione dei Big Data, permettono alle imprese di realizzare prodotti e soluzioni ad hoc per i clienti, soddisfacendo e anticipando i bisogni del mercato.

Grande attenzione, infine, è dedicata al tema della riduzione degli impatti ambientali del prodotto: guadagnare certificazioni di sostenibilità produce per le aziende non solo un vantaggio a livello di eco-sostenibilità dei processi produttivi, ma anche una nuova fonte di vantaggio competitivo.

Grazie alle tecnologie digitali, le imprese manifatturiere aumenteranno la propria efficienza operativa tramite la cooperazione delle loro risorse (macchine, impianti, persone e informazioni), siano esse interne alla fabbrica o distribuite lungo la filiera.

La capacità di gestire e condividere l'informazione (attraverso piattaforme digitali) tra i diversi dipartimenti dell'azienda consentirà una maggiore integrazione dei processi, connettendo, al di là della gerarchia aziendale, tutti i livelli operativi, gestionali e strategici (integrazione verticale), ma anche macchine, attrezzature e unità produttive (integrazione orizzontale).

L’innovazione 4.0 consentirà alle imprese, combinando diverse tecnologie, di rendere la fabbrica un sistema integrato, connesso, in cui macchine, persone e sistemi informativi collaborano fra loro per realizzare prodotti, servizi e ambienti di lavoro più smart.

La dimensione tecnologica, unita ai forti cambiamenti in atto a livello globale, pone le imprese di fronte a un cambio di paradigma che consente sia di realizzare una maggiore interconnessione e cooperazione nell’ambito di filiere e di ecosistemi sia di abilitare nuovi modelli organizzativi e favorire la nascita di nuove figure professionali.

Tutto questo richiede importanti cambiamenti all’interno dell’impresa e nel complesso di relazioni esterne.

Il passaggio al modello Manifattura 4.0, infatti, si realizza appieno mediante un “gioco di filiera” fortemente integrato, ossia (tra l’altro):

  • mettendo in collegamento digitale tutti gli attori della filiera, i loro sistemi di ERP, i pezzi presenti nei loro magazzini, i loro impianti, i sistemi distributivi, ecc.;
  • adottando e applicando rigorosamente le normative, sempre più stringenti, di processo e di prodotto in modo tale che chi è a valle possa tracciare quanto avvenuto a monte;
  • adottando standard e protocolli comuni di comunicazione, in un’ottica di “ottimizzazione ingegneristica”.

L’introduzione di Tecnologie 4.0 consente di facilitare gli operatori nelle loro mansioni attraverso:

  • la riduzione della fatica fisica, ad esempio grazie agli esoscheletri (dispositivi indossabili capaci di sgravare la persona che li indossa di una parte del carico meccanico a cui essa è sottoposta);
  • il miglioramento dell’ergonomia e l'ottimizzazione degli ambienti/postazioni di lavoro; 
  • l’arricchimento dei ruoli, demandando ai robot le mansioni altamente ripetitive e routinarie e consentendo all’uomo di dedicarsi alle operazioni a più alto valore aggiunto;
  • lo sviluppo di nuove competenze (tecniche e non solo), necessarie al singolo operatore per operare in un contesto dove le tecnologie di Industria 4.0 sono state introdotte in modo pervasivo. Queste includono: STEM, manifatturiere tradizionali, nuove competenze legate all’utilizzo di tecnologie di Industria 4.0 e competenze trasversali legate prettamente ad aspetti umani.

La sostenibilità rappresenta una sfida e un’opportunità che le imprese si trovano ad affrontare.

Il mercato e i regolatori stanno richiedendo alle imprese non solo di mitigare gli impatti sull’ambiente, migliorare i processi di governance, valorizzare il proprio capitale umano e le relazioni sul proprio territorio, ma anche di misurare i risultati di questi sforzi e comunicarli tempestivamente perché questi dati dovranno entrare nei processi di valutazione delle catene di fornitura e del sistema finanziario.

In questo contesto, la digitalizzazione rappresenta un alleato fondamentale perché supporta le imprese:

  • a ridefinire i propri processi (produttivi e non) in modo da ridurne l’impatto ed efficientare l’utilizzo delle risorse;
  • a rendere più accessibile e agile la raccolta dei dati, il loro monitoraggio, e la comunicazione agli stakeholder coinvolti.
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